La legge italiana prevede che in alcune situazioni un inquilino possa diventare anche l’amministratore del condominio in cui vive.
Tuttavia, è indispensabile rispettare alcuni requisiti che riguardano anche le caratteristiche dell’edificio e il numero complessivo di condomini. Un amministratore interno, in particolare, deve essere competente in materia e soprattutto deve seguire annualmente dei corsi di aggiornamento. Ma non solo. Approfondiamo la questione.
Cosa tratteremo
In quale situazioni un condomino può svolgere anche il ruolo di amministratore?
Per questioni economiche e per altre esigenze, è possibile che alcuni condomini possono prevedere l’autogestione. Significa che il ruolo di amministratore sarà svolto da un condomino ivi residente.
La legge italiana permette questa opportunità nel caso in cui il numero di condomini sia inferiore a 8, altrimenti è obbligatorio nominare un amministratore professionale. Questo non toglie che anche i condomini di piccole dimensioni, con meno di 8 condomini, possono affidarsi ad un professionista.
Di solito il principale motivo per il quale un condominio opta per questa opportunità è quello economico. Infatti, in questo caso si può risparmiare sull’onorario da garantire all’amministratore stesso.
Ci sono, tuttavia, tanti aspetti che devono essere valutati e soprattutto ci sono degli obblighi e responsabilità di cui il condomino nominato deve farsi carico.
Quali sono le responsabilità e gli oneri
Se da un lato la nomina di un condomino ad amministratore può far risparmiare l’onorario di un professionista, dall’altro comporta per l’incaricato una serie di responsabilità e oneri da rispettare.
Nello specifico, ci sono responsabilità civili e penali soprattutto per quanto concerne questioni di natura fiscale.
Non a caso l’Agenzia delle Entrate, in una sua circolare, ha chiarito come il condomino sia responsabile agli occhi dell’erario. Egli, insomma, funge da sostituto di imposta. L’incaricato si occuperà della presentazione dei modelli 770 e della Certificazione Unica, rispettando le scadenze.
Quali sono le referenze previste dalla legge
La legge italiana prevede che il condomino nominato a svolgere il ruolo di amministratore debba soddisfare dei requisiti.
Nello specifico, la normativa attuale prevede che per poter adempiere a questo compito è necessario disporre di un diploma di scuola superiore e di aver superato uno specifico corso di formazione iniziale.
Da sottolineare, inoltre, che bisognerà seguire con profitto una serie di corsi di aggiornamento. Questi sono previsti con cadenza annuale per poter essere sempre al passo con le novità che riguardano sia l’aspetto fiscale sia quello legislativo.
Oltre a questi requisiti di formazione sulle competenze, la legge chiede che devono essere anche soddisfatti i requisiti di onorabilità. Tutto questo può essere sintetizzato con l’esigenza di dover individuare un condomino che abbia requisiti praticamente pari a quelli di un amministratore esterno. Questo è fondamentale anche per evitare problematiche dal punto di vista civile e penale qualora non si svolgesse il ruolo attentamente, rispettando scadenze e quant’altro.