Dal nome potrebbe sembrare un qualche strano incantesimo, ma il Capsicum chinense non è altro che una delle cinque specie del genere Capsicum. In questa specie rientrano i peperoncini più piccanti del mondo, tra cui il famosissimo Habanero, che vedremo nel dettaglio successivamente.
Questa specie è di origine sudamericana, e il primo esemplare ritrovato risale al 6.500 a.C in Perù, più precisamente nella Grotta del Guerriero. La sua conoscenza in Europa si ha a partire dal 1776, quando il naturalista olandese Nikolaus von Jacquin gli attribuisce il nome Capsicum chinense, pensando erroneamente che provenisse dalla Cina.
Ancora oggi esso rimane la specie principale coltivata nei territori delle Ande e dei Caraibi.
Cosa tratteremo
Caratteristiche del Capsicum chinense
Rispetto alle altre specie, ciò che rende il Capsicum chinense inconfondibile è la presenza del frutto, e a prescindere dalla tipologia di peperoncino esso in bocca rilascia un sapore fruttato.
La pianta si presenta simile ad un piccolo alberello con i fiori sui toni del bianco e del verde, con gli stami viola. Altra caratteristica inconfondibile è la forma campanulata dei fiori.
Le foglie sono per lo più larghe e rugose con una leggera peluria sul lato inferiore, caratterizzata da una colorazione verde brillante.
Piccantezza del Capsicum chinense
La piccantezza è determinata dalla variabilità del contenuto di capsaicina all’interno del peperoncino, che viene misurata con la scala di Scoville.
La scala Scoville è una scala di misura che si basa sulla quantità di sostanze presenti, come la capsaicina. Proprio la capsaicina è la causa della sensazione di bruciore sulla lingua, andando a stimolare i ricettori del caldo. La scala prende il nome dal suo ideatore Wilbur Scoville, che sviluppò il test per quantificare il contenuto di capsaicina.
È importante ricordare che i peperoncini sono prodotto naturali e quindi non tutti hanno lo stesso valore di piccantezza, anche se della stessa specie. I valori record sono quindi i valori più alti registrati e riconosciuti.
Nella varietà Capsicum chinense il valore della piccantezza va da zero fino alle specie più piccanti, che raggiungono anche 900.000 unità di Scoville.
Al primo posto nella scala si trovano i Capsicum chinense nelle varietà Bhut Jolokia, anche chiamato Peperoncino velenoso. Viene coltivato principalmente in India e la sua piccantezza è di 1.041.027 SHU. Fino al 2007 deteneva il record di peperoncino più piccante al mondo, toltogli nel 2013 dal Carolina Reaper. Sempre tra i primi posti troviamo il Naga Morich, originario del Bangladesh e dell’India nordorientale. La piccantezza registrata per questa varietà è di circa 1.000.000 SHU. Ultima delle varietà ai primi posti di piccantezza è il Dorset Naga, originario dell’Inghilterra e con un valore di piccantezza anche qui sui 1.000.000 SHU.
Tutte e tre le varietà si contraddistinguono da una colorazione rossa accesa e da una forma allungata, con dimensioni contenute tra i 3 e i 4 cm.
Scendendo la scala troviamo il famosissimo Habanero Red Savina, detentore fino al 2007 del Guinnes dei Primati, dove aveva registrato un valore di 577.000 SHU, mai più registrato. Attualmente la varietà raggiunge dei valori che arrivano a circa 250.00 SHU. La forma caratteristica del Red Shiva è leggermente a punta con una lunghezza di 5-7 cm e rispetto alle varietà precedenti è leggermente più larga.
Lo Scotch Bonnet è originario dei Caraibi. Si caratterizza per la sua forma schiacciata e da colorazioni che vanno dal giallo al rosso. Nella scala di piccantezza ha valori che vanno dai 200.000 SHU ai 250.000 SHU.
La Dàtil è una varietà tipica della Florida, la sua forma è conica e contenuta. Nella scala di piccantezza si trova quasi alla fine con valori tra 30.000 e i 50.000 SHU.
Tra le varietà meno piccanti ci sono l’Aji Panca, con valori tra i 15.000 e i 30.000 SHU, e l’Aji Dulce, che va da zero a 15.000 SHU.
Coltivazione del Capsicum chinense
Il requisito fondamentale per la coltivazione dei Capsicum chinense è un terreno ricco di calcio e molta esposizione al sole.
Questa famiglia è adatta anche a chi non ha molto spazio, in quanto i peperoncini non crescono oltre i 60-90 cm da terra e non servono grosse cure. Il terreno ideale deve essere morbido, in modo tale da non ostacolare la crescita delle radici, e non deve risultare troppo umido o con ristagni d’acqua.
Il periodo migliore per piantare i semi è indicativamente tra marzo e maggio, facendo attenzione che la temperatura non scenda mai sotto i 15 gradi. Un consiglio è quello di tenere le piante in casa fino a quando non vedrete spuntare le foglie.
Curiosità e usi in cucina
Come detto in precedenza, una delle maggiori particolarità è sicuramente l’odore del frutto, che molto spesso ricorda quello dell’albicocca. Anche i peperoncini molto spesso hanno un retrogusto fruttato. La pianta, grazie ai suoi fiori bianchi e verdi, può essere utilizzata come decorazione degli ambienti della casa.
Molto cucine etniche utilizzano i Capsicum chinense per la loro elevata piccantezza. Si abbinano facilmente con piatti di carne e pesce ma anche all’interno di sughi e piatti a base di verdura.
Grazie alle diverse gradazioni di piccantezza potrete trovare facilmente la varietà che più rispecchia i vostri gusti. Dunque sia che amiate il gusto focoso sia che amiate gusti più soft, troverete il Capsicum chinense che farà al caso vostro.